Se c’è una cosa in cui sicuramente l’Italia eccelle, per qualità e quantità, è la presenza di borghi antichi, sparsi su tutto il territorio, da Nord a Sud, che sanno davvero trasportare chi li visita in un mondo parallelo, fatto di ritmi lenti, storie remote, profumi intensi e colori vividi.
Ho più volte fatto cenno al mio amore per la Toscana, ma questa volta voglio spostarmi poco più lontano.
In una regione che, forse, riesce ad essere ancora più autentica e legata alle sue tradizioni.
Dove è quasi obbligatorio prendersi del tempo e vagare tra le sue colline, fermarsi a osservare i capolavori artistici che custodisce e lasciarsi anche conquistare dalle sue proposte enogastronomiche.
Credo abbiate capito a quale regione mi riferisco: l’Umbria.
Al posto di parlarvi di città più note come Perugia, Assisi o Spoleto vorrei in questa puntata, però, citare un borgo che mi ha davvero colpito.
E che più volte, quando mi capita di attraversare questa regione, torno a visitare.
Spello.
Annoverato tra i borghi più belli d’Italia e fregiato della Bandiera Arancione del Touring Club.
Volete sapere perché merita tutti questi riconoscimenti?
Bene, direi allora di entrare nel vivo della puntata.
Intorno a Spello si possono trovare anche altri luoghi attraenti, ricchi di arte e storia come Foligno, Bevagna e la caratteristica Trevi. Oltre a Montefalco, patria del mio vino preferito: il Sagrantino.
Ma nessuno di questi, per me, è paragonabile a Spello.
Situato ai piedi del Monte Subasio, il piccolo comune composto da poco più di 8000 abitanti ha origini lontane e una storia complessa.
Fondato dalla popolazione degli umbri, era diventato poi colonia romana con il nome di Hispellum.
Colonia tenuta sempre in grande considerazione da Augusto e dai suoi successori, tra l’altro, grazie alla sua posizione strategica nel cuore della penisola.
Devastata alla fine dell’Impero, quando i Barbari scesero in Italia, Spello era stata in grado però di rialzarsi da questo tragico avvenimento e tornare a risplendere con la famiglia Baglioni, che la governò per oltre un secolo tra il Cinquecento e il Seicento.
Oggi è uno dei borghi più visitati dell’Umbria, grazie anche ad alcuni eventi che propone ogni anno come, ad esempio, le “Infiorate di Spello”, artistiche composizioni floreali realizzate in occasione del “Corpus Domini”.
A proposito della famiglia Baglioni appena citata, dovrò fare un’ennesima visita a Spello perché ogni volta in cui ci sono stato non sono riuscito ad entrare nella Collegiata di Santa Maria Maggiore; o perché chiusa per restauro, o perché arrivato in orari non aperti al pubblico. Qui si trova infatti la Cappella Baglioni, autentico gioiello che custodisce un ciclo pittorico di affreschi realizzati dal Pinturicchio. Da sola meriterebbe una visita del borgo.
Ma riesco, con una puntualità quasi da record, ogni volta a farmela sfuggire!
Vi consiglio, comunque, di iniziare il giro del borgo, se arriverete in macchina, parcheggiando vicino alla chiesa di San Ventura per poi incamminarvi verso la Porta Consolare, principale ingresso dell’antica colonia. Superata la Porta, iniziate la piacevole salita che vi porterà ad attraversare completamente l’antico centro con le sue case in muratura, permettendovi di restare incantati dagli scorci, le vie e tanti piccoli dettagli.
Sicuramente noterete l’attenzione, da parte dei suoi abitanti, a tenere come una bomboniera questo borgo.
E io, ogni volta che passeggio tra le sue vie, mi sento totalmente rilassato e sereno.
Pervaso da un senso di pace.
Proseguendo, alla vostra sinistra troverete la Cappella Tega, dal nome del proprietario che scoprì gli affreschi al suo interno. La cappella è privata, ma grazie ad un’ampia vetrata è possibile vedere quel che rimane delle opere quattrocentesche che la decorano.
Se come mi è capitato appunto ogni volta, arriverete davanti alla Collegiata di Santa Maria Maggiore e la troverete chiusa, per sopperire alla tristezza della mancata visita potrete fermarvi, a pochi metri da essa, all’Enoteca Properzio e sorseggiare un ottimo Montefalco Sagrantino o lasciarvi tentare, appena più avanti, dai piatti offerti dal ristorante la Cantina di Spello con il suo interno completamente in muratura dalle pregevoli finiture.
Visto che siamo in tema, a inizio del borgo si trova però un altro ristorante, in realtà il mio preferito: la Locanda del Postiglione. Forse leggermente, ma davvero leggermente, meno accattivante sul piano della location, ma sul menù assolutamente imbattile.
E io, sul cibo, sono uno che bada al sodo! Fidatevi!
Se sarà ancora nel menù assaggiate la pasta fatta in casa con fave, guanciale croccante e pecorino. Un piatto spettacolare.
Mi sono perso nel cibo… Torniamo però alla visita di Spello!
Nella chiesa di Sant’Andrea troverete comunque un’altra opera firmata dal Pinturicchio: la “Madonna in trono e santi”, grande dipinto a olio su tavola che il maestro realizzò insieme a suoi collaboratori.
Questa, per fortuna, ho potuto ammirarla dal vivo!
Giunti al Monastero delle Clarisse, nella parte più in alto del borgo, si inizia poi la discesa che permette di vedere gli altri famosi archi di Spello: l’Arco Romano (detto anche Porta dell’Arce o dei Cappuccini) e la Porta di Venere. Quest’ultima è così chiamata per la sua vicinanza a un tempio dedicato alla dea; divisa in tre fornici e realizzata in travertino bianco durante il periodo augusteo, ha subito nei secoli diversi e ingenti restauri ed è, probabilmente, anche la più nota e caratteristica delle porte ancora presenti.
Prima di terminare la visita deve essere fatta assolutamente una deviazione per vedere a poche centinaia di metri dalla Porta Consolare, il Museo della Villa dei Mosaici di Spello.
All’interno di questo museo ben concepito si trovano i resti pavimentali di un complesso monumentale romano di notevoli dimensioni.
Non ha nulla da invidiare a mosaici ben più noti presenti a Brescia, Aquileia, Roma o Pompei, ad esempio!
I venti ambienti facevano parte di una villa tardo imperiale romana e la qualità dei mosaici ancora visibili confermano il valore straordinario del ritrovamento avvenuto nel 2005.
Le strutture, che permettono di camminare a poca distanza dai pavimenti, consentono inoltre di immergersi completamente nella visita, rendendola decisamente coinvolgente.
Credo che in Italia sia uno dei musei meglio concepiti per permettere la visione di mosaici ancora inseriti nelle originarie strutture architettoniche. Anche se, purtroppo, poco conosciuto.
Un gioiello nel gioiello.
Non mi stanco di ribadire quanto un luogo così piccolo possa essere così ricco e rappresentativo del meglio che l’Italia può offrire.
Spello è perfetta. Unica.
Visitatela. Visitate uno dei borghi più belli d’Italia.
Con questa puntata mi devo prendere una breve pausa, a causa di impegni lavorativi che assorbiranno totalmente le mie energie e il mio tempo nel prossimo mesetto. E, avendo ancora tanto da raccontare, desidero farlo con la giusta attenzione.
Ma tranquilli, vi aspetto il 29 aprile, perché ricomincerò le nuove puntate portandovi a spasso con me nei miei luoghi del cuore di Firenze, come vi avevo detto che avrei fatto già nella puntata dedicata alle Cappelle Medicee.
In questa puntata ci sarà anche una partecipazione speciale… ma non vi svelo altro per ora.
Ci sentiamo il 29 aprile.
A presto!