Puntata 10 – Scoprendo Mosca

Dite la verità:

Ma quanto vi sentite soddisfatti quando organizzate un viaggio nei minimi dettagli, e tutto fila liscio esattamente come avevate immaginato?

A fine della vacanza ripensate ai musei in cui siete entrati, le pietanze assaggiate proprio in quel posto che di cui avevate letto diverse recensioni positive e a tutte le altre mete che avevate inserito nel vostro itinerario.

Tutto era andato così bene che alla fine c’era stato anche il tempo per fare qualcosa di inaspettato, deciso sul momento o capitato di sorpresa. E quell’evento non pensato prima aveva così messo la ciliegina sulla torta al vostro viaggio.

Ecco, se ripenso al mio viaggio a Mosca, con gli inossidabili membri del Bertour che avete già avuto modo di conoscere al Cairo (anche se qui ho da presentarvi altri due membri), fatico a rimettere in ordine i ricordi di quel viaggio, ripensando a quanto qualsiasi nostro piano sia stato cambiato da imprevisti vari ed eventuali!

Adesso però mi concentro e, insieme a voi, rimetto insieme i pezzi!

Puntata 10 _Mosca_Copertina Blog

Cinque membri del BerTour anche in quest’occasione ma, al posto di Filippo e Roberto, in partenza per Mosca oltre a me, Giuseppe e il sempre presente Alessio, c’erano Davide e un secondo Alessio. Quindi, per non confondervi, il mentore del gruppo che già avete conosciuto lo chiamerò da ora in poi col suo soprannome, Bert.

Già la partenza avrebbe dovuto farci intuire come si sarebbe svolto tutto il viaggio.

Quando avevamo deciso di andare a Mosca e cercato i voli, avevamo fatto abbastanza fatica a trovarli per tutti con un prezzo umano per i giorni da noi scelti (da venerdì 28 aprile a lunedì 1 maggio 2018).

 

Alla fine avevamo trovato solo una combinazione possibile:

All’andata due sarebbero partiti dall’aeroporto di Bergamo e gli altri tre da quello di Pisa.

Ora, in quel periodo anche io vivevo in Lombardia e non nella mia amata città toscana, e per questioni organizzative Giuseppe ed io eravamo i due prescelti per partire da Bergamo.

Bert, Davide e Alessio sarebbero stati invece le vittime sacrificali che alle 6 del mattino sarebbero partiti da Milano per arrivare in treno a Pisa e da lì raggiungere l’aeroporto.

Io e Giuseppe saremmo arrivati all’aeroporto Mosca – Vnukovo alle 20:30, loro circa un’ora prima di noi e l’accordo era di incontrarci nell’area appena fuori il controllo passaporti.

Peccato che, una volta arrivati, la nostra prima faccia amica fu quella di Davide al di là del punto di controllo passaporti che, con aria rassegnata, aveva i bagagli anche dei suoi compari.

Tramite uno scambio di messaggi al cellulare ci disse che Alessio in quel momento stava facendo il controllo, mentre Bert era stato da quasi un’ora portato via perché sul suo passaporto avevano trovato i timbri di Stati che a quanto pareva non erano molto graditi alla polizia russa, come ad esempio Iran e Israele, e non aveva più notizie di lui.

Alessio dopo poco fu lasciato passare… per Bert invece dovemmo aspettare ancora una mezz’ora; quando finalmente arrivò da noi era abbastanza provato: lo avevano interrogato per tutto il tempo, sequestrandogli anche il cellulare per visionarlo, per sapere come mai aveva girato molti Stati del Medioriente.

Alla fine, comunque, avevano capito che non era un pericoloso terrorista.

Questo fu il nostro benvenuto nella Grande Madre Russia!

Arrivati quindi poi all’Hotel, non lontano dalla Piazza Rossa, avevamo deciso di fare giusto due passi in centro. Ma la piazza era chiusa, e quindi, un po’ stanchi decidemmo di andare a farci una bella dormita, per iniziare al meglio la giornata successiva.

La soleggiata mattina seguente era pronta a offrirci un lungo giro nel centro di Mosca: la  Piazza Rossa, con San Basilio e il Cremlino erano le prime, obbligatorie, mete che avevamo giustamente deciso di esplorare.

Anche in questo caso però, i nostri piani furono leggermente rivisti.

Era nostra intenzione andare prima alle sedi aperte al pubblico del Cremlino, cioè il territorio esterno con la piazza delle Cattedrali e l’Armeria… peccato che, durante la nostra ora di coda, avevamo scoperto che la visita all’Armeria veniva organizzata in quattro turni, e il primo disponibile era quello delle 14:30, cioè il penultimo, costringendoci quindi a vedere prima le Cattedrali e poi restare in quella zona per tornare nel primo pomeriggio.

Solitamente non siamo così disorganizzati, eh.

Diciamo a nostra discolpa che in Russia la comunicazione in lingue straniere non è proprio a livelli eccelsi quindi, oltre ad essere a volte difficile comunicare dal vivo con la gente del posto, anche su canali ufficiali come siti web o altro le indicazioni in inglese sono spesso scarne o di dubbia interpretazione.

Comunque, come anticipato, iniziammo dalla Piazza delle Cattedrali che è una vasta area dentro le mura del Cremlino. Per quanto io non sia un particolare amante degli stili artisti e architettonici presenti nelle chiese ortodosse, devo ammettere che queste, principalmente la Cattedrale della Dormizione, non mi avevano lasciato indifferente. Anzi!

Questa cattedrale fu costruita tra il 1475 ed il 1479 dall’architetto italiano Aristotele Fioravanti e qui 1547 si svolse l’incoronazione del primo zar di Russia, Ivan il Terribile. A partire dal 1721 fu poi la cornice di tutte le incoronazioni imperiali.

Dopo aver osservato anche la Campana dello Zar, a quanto pare la campana più grande al mondo (ora però appoggiata semplicemente su un piedistallo), raggiungemmo il centro dell’affollata, e inconfondibile, Piazza Rossa.

Circondata da palazzi dagli stili eterogenei, era immensa ed era interessante notare come quasi stessero a fronteggiarsi i due edifici, ovviamente rossi, della Chiesa di San Basilio e del Museo di Storia, ai suoi due lati opposti.

Nella piazza, tra i monumenti della storia sovietica più interessanti ci sono sicuramente il Mausoleo di Lenin e i magazzini statali GUM.

Dei magazzini, che sorgono dentro a un edificio di notevole armonia e grandezza, non posso proprio non ricordare la raffinatezza.

Sembrava di stare all’interno ad un palazzo istituzionale o nobiliare, piuttosto che in un centro commerciale!

Piazza Rossa e i magazzini mi avevano proprio stupito in positivo… e dovevamo ancora vedere, dopo l’Armeria, San Basilio.

Mancava solo un’oretta prima del nostro ingresso all’Armeria e così decidemmo di fermarci in un Burger King non troppo distante dal Cremlino.

Avevamo calcolato che il tempo ci sarebbe bastato per gustarci con calma in nostri hamburger, e che la distanza che ci separava dall’Armeria sarebbe stata utile per digerire.

Peccato che tutto liscio ovviamente non poteva andare e, mentre i miei amici avevano già trangugiato il loro pasto, io ero alle 14:10 ancora in attesa del mio panino, a quanto pareva disperso.

Dopo averlo richiesto più volte alle 14:22 mi fu consegnato, unto e rovente, e quella che doveva essere una piacevole passeggiata divenne una gara di atletica ed equilibrismo, per non perdere pezzi del panino che ingurgitavo camminando velocemente.

Arrivammo davanti all’Armeria alle 14:30 in punto, ovviamente mi ero sporcato lungo il tragitto, ma avevo finito il panino in tempo.

Nonostante il suo nome, l’Armeria non è solo un ricovero d’armi, ma ospita una vasta collezione di oggetti d’arte provenienti dalla Russia e dall’Europa dal V al XX secolo; possiede una delle più grandi collezioni al mondo di uova Fabergé, carrozze reali, corone, costumi degli zar, eccetera.

La sua visita è imprescindibile, ma il barocco presente ovunque stava iniziando a diventare un po’ troppo presente per i miei gusti.

Dopo era finalmente la volta di San Basilio:

Eretta tra il 1555 e il 1561 la sua struttura non ha analogie con altri edifici presenti nell’architettura russa.

La cattedrale è inclusa dal 1990 nel Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, insieme con il Cremlino.

Presenta un’apparente anarchia di forme e sembra quasi nascondere le nove cappelle principali che la compongono.

All’interno effettivamente in alcuni momenti sembrava quasi di finire in un labirinto, tanto era particolare la sua planimetria e la disposizione degli ambienti.

Assolutamente unica nel suo genere.

La sera avevamo deciso poi di fiondarci nel club a poca distanza dal nostro hotel. Che ci era piaciuto così tanto da trascorrerci anche la serata successiva. O forse era solo il fatto che la sera comunque faceva freschino, e avere un locale vicino all’hotel ci sembrava una gran comodità!

Il terzo giorno fu una giornata estremamente lunga, dove superammo abbondantemente i 30.00 passi pur usufruendo della affascinante, con un sapore un po’ retrò, metro di Mosca.

Decidemmo di vedere il secondo sito UNESCO in città, il monastero di Novodevičij, e poi il poco ordinario Mercato di Izmajlovo.

In stile barocco moscovita, che come avrete capito non mi faceva fare i salti di gioia, il monastero di Novodevičij è però il monastero più famoso di Mosca. Fondato nel 1524 si trova vicino al fiume Moscova; inizialmente venne usato come fortezza e successivamente per dar rifugio a molte donne delle famiglie imperiali russe, spesso obbligate a prendere i voti.

Citato spesso da Tolstoj nei suoi romanzi, il monastero nel tempo venne trasformato anche in luogo di sepoltura. E sinceramente, più che il monastero, era stato il cimitero ad aver catturato la mia attenzione quel giorno, dato che vi trovarono sepoltura personaggi celebri della storia russa, con alcune tombe e mausolei autentiche opere d’arte.

Nel 1904 era stato sepolto perfino Anton Chechov, scrittore tra i massimi esponenti del realismo russo ottocentesco.

Dopo il cimitero avevamo raggiunto poi il distretto di Izmajlovo, famoso per la sua fortezza con all’interno il mercato. Fortezza davvero pittoresca! Gli edifici costruiti tra il 1998 e il 2007 sono repliche di antiche strutture storiche della Russia del XVII secolo. A me però, personalmente, dall’esterno mi sembrava di star per entrare in un parco divertimenti simil Disneyland! Nel mercato, inoltre, la qualità dei prodotti non era per nulla entusiasmante, con oggetti molto discutibili. Era però possibile notare quanto Putin fosse costantemente presente su magliette, tazze e altro… disegnato come un combattente a cavallo di orsi o che faceva mosse di karate contro Obama o altri politici. Tutto estremamente kitsch.

In compenso, dopo decine di chilometri a piedi, le facce di Alessio e Davide quando scoprirono il prezzo irrisorio delle birre da acquistare all’interno del mercato per dissetarsi fu l’emblema della felicità (posterò anche un video per dimostrare la loro gioia!).

Al ritorno vedemmo l’ultima, ennesima, chiesa barocca degna di nota, la Cattedrale Cristo Salvatore e poi ritornammo nel locale della sera precedente, dopo aver prima cenato in centro in un ristorante di cucina locale, dove scoprii i famosi e gustosi pelm’eni, una pasta simile ai nostri ravioli tipica della cucina siberiana.

La mattina della nostra partenza, che sarebbe avvenuta per tutti e cinque alle 16:00 del pomeriggio, in direzione Bergamo, avevamo intenzione di vedere da ultimo il famoso Museo Pushkin… ma, avevamo dimenticato di controllare gli orari del museo e, ovviamente, era chiuso! Fortunatamente la giornata era splendida e ci regalammo un giro finale nel cuore di Mosca prima di ripartire, visto che anche altri musei che potevano interessarci erano altrettanto chiusi.

Ma in fondo, prendemmo il tutto con filosofia: Mosca ci aveva conquistato, probabilmente più di quel che pensavamo… quindi, torneremo per vedere quel che ci manca!


Tutte queste chiese barocche mi hanno però un po’ stufato; quindi ho deciso che nella prossima puntata torneremo in Italia e, se parliamo di chiese, direi che è ora di descrivervi puri capolavori del nostro Bel Paese: tra due settimane vi aspetto a Ravenna, per restare senza fiato con i suoi mosaici!

A presto!

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