Puntata 9 – Camminando per Pisa

“L’aspetto di Pisa mi piace assai più di quel di Firenze. Questo Lungarno è uno spettacolo così bello, così ampio, così magnifico, così gaio, così ridente che innamora: non ho veduto niente di simile né a Firenze né a Milano, né a Roma, e veramente non so se in tutta l’Europa si trovino vedute di questa sorta.”

Questo disse della vista che ammirava, passeggiando per le strade che costeggiavano l’Arno a Pisa, Giacomo Leopardi; e una targa in Lungarno Pacinotti ricorda ancora oggi il suo pensiero a chiunque decida di imitarlo, visitando il centro di questa città toscana.

Città che negli anni universitari mi ha rubato il cuore… e tutt’ora lo conserva.

Sono più di dieci anni che seguo il corso dell’Arno, muovendomi dal mare, da Marina di Pisa, verso il cuore della storica Repubblica Marinara e viceversa.

E ogni volta rimango sempre più stregato dalle sue strade, dai suoi scorci, dai suoi colori e dai suoi rumori.

Perché Pisa è molto, molto più di Piazza dei Miracoli.

Lasciate che vi dica il perché.

Quando si pensa a Pisa subito l’immagine che si staglia nella mente di tutti è la Torre che, così artisticamente storta, svetta in Piazza dei Miracoli.

Che poi, lo sapete perché è storta?

La sua pendenza è dovuta ad un cedimento del terreno dove fu edificata, avvenuto pochi anni dopo l’inizio della sua costruzione.

Si cercò di “raddrizzarla”, cambiando l’inclinazione dei piani ancora da costruire ma, come si può  vedere, fu un vano tentativo.

Comunque, per molti visitatori, purtroppo, Pisa è solo la Torre.

Per anni ho attraversato la Piazza per raggiungere l’università, entrando nelle foto ricordo di centinaia di turisti intenti a fingere di sorreggere quell’iconico monumento che, immediatamente dopo lo scatto, erano già soddisfatti e non si interessavano dei puri capolavori che avevano intorno.

Perché il Duomo, il Battistero, il Camposanto e anche il Museo delle Sinopie sono arte con la A maiuscola.

 

Meraviglie riconosciute come tali dall’UNESCO, che a distanza di anni mi lasciano ogni volta ancora senza fiato quando le vedo.

Il Duomo, anzi per esattezza la Cattedrale di Santa Maria Assunta, è in stile romanico pisano. Questa imponente cattedrale fu inaugurata nel 1064, con la precisa volontà di gareggiare con San Pietro a Roma e Santa Sofia a Istanbul.

A quel tempo la Repubblica Marinara Pisana era all’apice del suo splendore e la chiesa principale della città doveva svettare sopra qualunque altra per magnificenza.

E i pisani inoltre non sono gente che si accontenta!

Quindi, dopo aver realizzato cotanta bellezza, era necessario avere anche un battistero che non fosse da meno.

Anzi, per sicurezza lo fecero così incomparabile da essere il più grande in Italia!

Iniziato nel 1153 dal Diotisalvi e concluso da Nicola e Giovanni Pisano, è un mix di due stili: Romanico e Gotico.

E, per quanto mi riguarda, è anche il monumento che preferisco nella Piazza!

Qui fu battezzato nel 1564 Galileo Galilei e l’interno, molto semplice e austero, in contrasto con l’articolata architettura esterna, presenta una eccezionale acustica.

A chiusura del lato nord di Piazza dei Miracoli si trova poi il Camposanto Monumentale, cimitero costruito nel 1277 per custodire tombe di diversi tipi, lapidi, statue e sarcofagi; con il tempo vi furono seppellite molte personalità illustri della città e fu anche decorato da celebri artisti come ad esempio il Buffalmacco, che dipinse il Trionfo della Morte e il Giudizio Universale; o anche Taddeo Gaddi e Benozzo Gozzoli.

Riguardo a queste opere, dal lato opposto della Piazza si trova poi il Museo delle Sinopie, i disegni preparatori degli affreschi presenti appunto all’interno del Camposanto.

Il Museo viene spesso tralasciato, anche da chi visita i monumenti della Piazza… ma voi so che non commetterete questo errore.

Ora mi fermo, però!

È il momento di indirizzare la vostra attenzione verso altri angoli che meritano di essere citati di Pisa.

Incamminandovi verso via Santa Maria, la strada principale che da Piazza dei Miracoli conduce verso il centro, all’altezza di Piazza Cavallotti girate a sinistra per arrivare così in Piazza dei Cavalieri, dove nel Palazzo della Carovana si trova la famosa Scuola Normale Superiore.

Il Palazzo, ristrutturato su progetto del Vasari per essere la sede dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, divenne sede universitaria nel 1846.

Qui davanti la sera, soprattutto quando il clima è favorevole, non è difficile trovare ragazzi seduti a suonare una chitarra o a chiacchierare fino a tarda notte.

Di fianco al Palazzo è presente la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, progettata sempre dal Vasari dove all’interno è possibile vedere una sua opera non tra le più conosciute, ma che sa davvero rapire l’attenzione: la lapidazione di Santo Stefano.

Restaurata alcuni anni fa, ammetto di averla scoperta per caso, una volta che, incuriosito, dopo che già da diversi anni capitavo davanti alla chiesa, decisi di entrarci.

Da quel momento torno spesso ad ammirarla.

Vasari a volte viene sottovalutato, con il tempo ho però imparato ad apprezzarlo sempre più.

Non solo ha studiato i grandissimi; io sinceramente credo che sia riuscito ad avvicinarsi molto al loro livello.

Proseguendo arriverete poi in Borgo Stretto, storica via che sotto i suoi portici accoglie negozi e bar.

Se sarà ora dell’aperitivo non faticherete dopo poco, guardando alla vostra destra, a trovare la Piazza delle Vettovaglie, uno dei principali centri di ritrovo dei pisani e principalmente degli studenti universitari.

Il rumore di voci che arriva da quella zona è sempre, sempre, fortissimo. Soprattutto durante i mesi di attività dell’Università.

In quei periodi la sera è forse il principale cuore pulsante di Pisa.

Comunque, non è solo una semplice piazza con portici.

È un piccolo gioiello.

Voluta da Cosimo I de’ Medici si ispira ai chiostri dei conventi quattrocenteschi, diventando così un luogo affascinante e avvolgente: di giorno vi ha sede il mercato, la sera invece sono i bar e ristoranti ad attirare le persone.

Faccio giusto un excursus culinario… A pochi metri dalla piazza troverete la Trattoria Sant’Omobono, dove potrete apprezzare la vera cucina pisana. Per comodità i piatti vengono scritti a mano sul menù, visto che cambiano spesso in base ai prodotti e alla stagionalità e questo, insieme all’arredamento semplice ma ben curato e alla cordialità del suo staff, aiuta a far sentire i clienti come a casa.

Cercherò di non distrarmi pensando alla trippa alla pisana, agli spaghettoni al ragù di cinghiale o alle zuppe toscane e…vedrò di continuare!

 

Da Piazza delle Vettovaglie si raggiunge poi rapidamente l’Arno e si apre la vista sui Lungarni pisani tanto cari a Leopardi e sul Ponte di Mezzo, che permette di attraversare il fiume e raggiungere Corso Italia, dove si riversano gli amanti dello shopping.

Tutte le volte che passo sul ponte mi fermo a contemplare, estasiato, il profilo degli storici palazzi che fanno da cornice all’Arno.

Quando poi mi capita di passarci al calar del sole, con i palazzi che assumono delle colorazioni pastello, tanto che se si scattasse una foto sembrerebbe quasi un quadro, posso assicurare che la vista è così notevole e armoniosa che quasi commuove.

E poi col buio, il panorama non è da meno.

I lungarni si illuminano con le luci dei locali, dei palazzi e dei lampioni, e si resta davvero incantati.

Bisogna solo dar ragione a Leopardi.

Anche dall’altra parte del fiume si trovano però luoghi più che degni di essere menzionati.

Camminando sul Lungarno Gambacorti è possibile arrivare a Palazzo Blu, sede di sempre interessanti mostre d’arte. Superando il palazzo vi imbatterete in un’architettura davvero unica: la splendida, e minuscola, chiesa gotica rivestita di marmi policromi di Santa Maria della Spina. Questo piccolo capolavoro, di una eleganza indescrivibile, deriva il suo nome dal fatto d’aver conservato fino al XIX secolo quella che viene indicata come una spina della corona di Gesù durante la crocifissione.

Se non vi fermerete, e continuerete la vostra passeggiata sul lungarno, arriverete alla chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, pregevole esempio di stile romanico pisano e, sulla sponda opposta, avvisterete gli Arsenali Medicei!

Questi sono l’attuale sede del Museo delle Navi Antiche di Pisa.

Nel museo è possibile ammirare sette delle trenta navi e circa 800 oggetti scoperti nel 1998 quando, durante alcuni lavori sulla linea ferroviaria Roma – Genova all’altezza della stazione di Pisa – San Rossore, si individuarono frammenti di legno di grandi dimensioni che portarono all’apertura di un vasto cantiere di scavo, per indagare su questa fortuita (e sorprendente) scoperta.

Realizzati nei primi decenni del Cinquecento da Bernardo Buontalenti per volere di Cosimo I de Medici, gli Arsenali con i loro 4700 metri quadrati di superfice sono una location suggestiva e decisamente ampia per contenere con efficacia questi relitti dalle dimensioni enormi.

Il percorso di visita, che si snoda in otto sezioni espositive, ha nella Sala V il cuore pulsante del museo, dove è davvero difficile non emozionarsi alla vista delle navi.

Con maestria nell’allestimento, la prima nave che appare agli occhi è il simbolo stesso del Museo: l’Alkedo (il gabbiano). Questa imbarcazione da diporto di età tardo-augustea è la nave di epoca classica meglio conservata al mondo.

Solo l’Alkedo varrebbe la visita ma fortuna vuole che ci siano altre navi per cui restare ammaliati.

Ci tenevo a parlarvene, perché è un museo ai più ancora sconosciuto, che invece meriterebbe decisamente maggior attenzione.

Se poi, usciti dal museo, la vista delle navi vi avrà fatto venir voglia di raggiungere il mare arrivate, seguendo il corso dell’Arno, a Marina di Pisa.

Il mio costante angolo di pace e serenità.

Il paese ha avuto come celebre ospite Gabriele d’Annunzio che proprio ispirato dalla pineta del litorale pisano scrisse la celebre “Pioggia nel pineto” e le case in stile liberty donano al paese un’indubbia eleganza.

Ogni volta che sento il bisogno liberare la mente ritorno qua.

E tutto va al suo posto.

Nel caso se ci verrete, avvisatemi, se sarò nei paraggi ci si prende un calice di vino insieme, guardando il mare ovviamente.

Pisa è piena di luoghi da scoprire… io ve ne ho menzionati alcuni. È una città a misura d’uomo, che come vi ho detto ha molto da offrire oltre a Piazza dei Miracoli.

Una città che può far innamorare, vivace e stimolante.

Vi dò la mia parola.


Vi aspetto tra due settimane e state pronti: usciamo dall’Italia (anche se ci sarà una brevissima menzione proprio riguardante Pisa) per volare a Mosca!

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