Puntata 8 – Vigevano e la Città Ideale

Toscano d’adozione, lombardo di nascita.

Non è la prima volta che ve lo dico. In questa puntata parto quindi proprio dalle mie origini e intendo parlarvi di Vigevano.

Questa città, vicina alle più rinomate Milano e Pavia, ha vissuto momenti di puro splendore, soprattutto sotto il dominio degli Sforza.

Passeggiando nel centro storico, nella Piazza e nel Castello vi sembrerà di fare un salto nel Rinascimento.

Si sostiene inoltre che nella realizzazione della Piazza ci sia stato lo zampino di un artista non proprio qualunque… un certo Leonardo da Vinci; forse il nome vi dice qualcosa.

E oltre al Genio toscano, sono passati altre celebri personalità nella città. Anche alcuni attori (uno su tutti: Alberto Sordi).

La Piazza è oggettivamente tra le più belle d’Italia e il Castello è tra i più grandi d’Europa.

Eppure spesso, molti si dimenticano dell’importanza, particolarità e bellezza di Vigevano.

Perché sì, è sempre così: quando vivi per molto tempo in un posto, e tutti i giorni vedi determinati luoghi, è facile dopo un po’ dimenticarti di quanto sia unico e abituarti alla sua vista.

Ma se poi ti fermi, e ci pensi, ti rendi conto della fortuna che hai, ad ammirare tanta magnificenza.

Ora chiudete gli occhi e, se volete, ascoltatemi: vi porto nel cuore di Vigevano.

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Poche città italiane possono vantare un così originale e intrigante complesso di architetture rinascimentali come quelle che sapientemente formano la Piazza e il Castello di questa città in provincia di Pavia.

Passeggiando per questi spazi potete quasi immaginare come doveva essere la vita di corte nel Cinquecento a Vigevano e sotto i portici che proteggono dal sole innamorarvi delle geometrie uniche della Piazza Ducale.

Su questo capolavoro architettonico aleggia poi benevola, come ho detto poco prima, l’ombra di uno dei più grandi artisti della storia: Leonardo da Vinci.

 

Realizzata, infatti, per volere di Ludovico il Moro tra il 1492 e il 1494, i portici e le arcate sorrette da 84 colonne che la circondano riportano con forza alla mente gli schizzi disegnati per l’ipotetica “Città Ideale” immaginata dal maestro toscano.

Fu progettata da Ambrogio da Corte, con l’aiuto di altri architetti al servizio del Duca, come quasi certamente Donato Bramante (che stava lavorando ad altre strutture in città), con l’idea di farlo diventare l’ingresso monumentale al Castello… tenendo conto, forse, delle osservazioni di Leonardo, che si pensa possa aver visionato i progetti.

Non si ha la reale certezza di un coinvolgimento dell’artista nella creazione della Piazza (anche se pare scontata almeno la sua presenza a Vigevano, avendo lavorato sotto gli Sforza per diversi anni), ma nessun vigevanese sosterrà mai il contrario.

E non provate a contraddirlo.

Inoltre è certo che Leonardo sia passato più volte per queste zone e abbia preso attivamente parte ad alcuni studi per il calcolo del rendimento dei mulini, presso la residenza voluta da Ludovico il Moro, la Sforzesca, distante pochi chilometri dal cuore della città.

La Sforzesca inoltre è situata vicino al Ticino, fiume che Leonardo cita proprio nei sui testi riguardanti la Città Ideale contenuti nel cosiddetto Manoscritto B dell’Institut de France di Parigi, parlando a proposito dell’importanza delle acque e del fatto che la Città Ideale dovesse stare a ridosso di un fiume.

Ma torniamo al centro storico di Vigevano.

La Cattedrale di Sant’Ambrogio con la sua facciata barocca, chiude il lato della Piazza privo di portici.

E proprio parlando della Cattedrale devo assolutamente citare un uomo che davvero pensò di fare di Vigevano una città ideale: Juan Caramuel.

Caramuel fu vescovo di Vigevano tra il 1673 e il 1682, e proprio lui ideò la sfarzosa facciata del Duomo.

Quest’uomo fu uno dei più grandi intellettuali del suo tempo, fuori dagli schemi… che lasciò un segno indelebile e duraturo.

La Torre deve la sua attuale forma al Bramante, che la ultimò, ed è il simbolo della città.

Svetta imponente a controllo di Vigevano. La sua struttura, a sezioni quadrate che si restringono salendo verso la cima, sembra aver ispirato la Torre del Filarete per il Castello Sforzesco di Milano.

Vi consiglio di intraprendere la sua salita per apprezzare un inimitabile punto panoramico e comprendere così anche quanto è vasto il Castello.

Quest’ultimo è uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa (contando tutte le strutture che lo compongono si superano i 70 mila metri quadrati di superficie).

Il primo nucleo risale all’età longobarda, mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai Visconti e, appunto, agli Sforza.

Al suo interno sono ospitati diversi musei, tra i quali la Pinacoteca, il Museo della Calzatura, il Museo Archeologico e il museo dedicato alle opere di Leonardo da Vinci, fedelmente riprodotte: “Leonardiana”.

Perfino il divulgatore per eccellenza, Alberto Angela, in una puntata sull’artista aveva dedicato diverso spazio a questo museo.

Anche se sento di dire alcune cose a riguardo:

Celebrato in pompa magna, dopo pochi anni è stato abbandonato a se stesso, con orari d’apertura sempre più brevi.

E questo anno abbondante di pandemia potrebbe dare il colpo di grazia.

Non è mia intenzione fare polemica ma mi chiedo sempre se in quegli spazi, al posto di creare un museo replicabile ovunque con belle copie, ma pur sempre copie, di opere d’arte non si sarebbe potuto fare altro e utilizzarlo in maniera diversa; sempre per promuovere la cultura, ovviamente.

Tralasciando questo museo, personalmente le zone che da sempre suscitano in me maggior fascino sono le Scuderie e la Strada Coperta.

Nelle Scuderie si scorge ancora la possibile mano di Leonardo, in quanto di queste una soprattutto ricorda fortemente “la stalla modello” del Manoscritto B di Parigi e del Codice Trivulziano.

In un’altra di esse ha sede il Museo Archeologico, a ingresso libero; piccolo, ma con reperti a mio parere degni di visita.

La Strada Coperta fu realizzata nel 1347 per permettere ai signori della città di entrare e uscire dal Castello senza essere visti dagli abitanti del borgo e fuggire in caso di pericolo.

Oggi invece è molto gradita alla mia cagnolona Milka, essendo riparata e fresca in estate, e permette di passare rapidamente dalla Cavallerizza alla Piazza, attraversando il cortile del Castello e passando sotto la Torre del Bramante.

Molte delle nostre passeggiate giornaliere finiscono in questi luoghi… perché, a volte anche inconsapevolmente, è normale aver voglia di rilassarsi guardando qualcosa di davvero bello.

Chiudo questo breve tour uscendo dal centro, perché non posso non citare il quattrocentesco Mulino di Mora Bassa, dotato di due grandi ruote idrauliche e con alcune caratteristiche architettoniche che rimandano ancora alle conoscenze di Leonardo da Vinci. Al suo interno sono ospitate diverse repliche delle macchine ideate da Leonardo nei suoi schizzi e bozzetti, perfettamente funzionanti.  Qui è possibile anche visitare la sala in cui avvenivano gli incontri tra Ludovico il Moro e la sua amante Cecilia Gallerani, la “Dama con l’Ermellino” ritratta da… indovinate un po’?

Inutile ripetere il nome.

 

Vi confido una cosa…

Leonardo da Vinci è il mio artista preferito.

E sì, lo ammetto: sono tra quei vigevanesi che sentono una sua influenza nella realizzazione di questa città.

Perché Leonardo disse che “i dettagli fanno la perfezione, e la perfezione non è un dettaglio”.

E se vi fermerete nella Piazza di Vigevano, e lì aspetterete il tramonto, non potrete fare altro che condividere le parole di Da Vinci!


Come mi avevo detto nella scorsa puntata, dopo avervi portato nel centro storico di Vigevano è mia intenzione accompagnarvi tra le vie dell’altra città che per me significa casa.

Vi aspetto quindi tra due settimane, per farci insieme una bella passeggiata nel cuore di Pisa!

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