Puntata 41 – Dublino

Prima puntata del 2024 di Taste of Art!

State tutti bene? Spero proprio tanto di sì!

È da un po’ che non ci sentiamo. Però sono tornato con nuovi racconti di viaggio e ci tengo a condividerli con voi.

Inizio dall’ultimo BerTour (direi che dopo più di tre anni di puntate non sia più necessario specificare di cosa sto parlando, giusto?), che ha avuto come meta Dublino.

Sulla carta sembrava un viaggio in tono minore: un rapido week end, una meta scelta un po’ per esclusione in base agli orari dei voli e soprattutto solo tre membri del BerTour all’appello. Infatti a questo giro il sempre presente Bert aveva come suoi fedeli compagni Alessio e il sottoscritto.

Invece, grazie anche ad una visita a luoghi fuori dalla città, ne siamo rimasti molto affascinati e, almeno personalmente, vogliosi di ritornarci con calma per esplorare il resto della Repubblica d’Irlanda.

Metto la sigla e poi vi racconto!

La sera del primo di dicembre, alle 22:30 ora locale, eravamo seduti in uno dei pochi luoghi dove ci avrebbero ancora nutriti, il 2Lads, visto che non eravamo in pieno centro ma per l’esattezza nella zona di Broadstone, dove si trovava il nostro Hotel, il Belvedere (nome tipicamente Irlandese, lo so) per eleganza totalmente fuori dai classici standard del BerTour.

 

In realtà inizialmente avevamo prenotato in un luogo meno pretenzioso, ma a pochi giorni dalla partenza Roberto e Giuseppe avevano dovuto abbandonarci e avevamo cercato una stanza solo per noi tre da un’altra parte. E avevamo trovato solo quella a prezzi umani.

Comunque, mentre mangiavamo degli hamburger da probabilmente 4000 Kilocalorie estremamente gustosi pensavamo che almeno un primo sguardo notturno alla città dovevamo darlo.

Perciò, anche se il freddo era decisamente pungente, ci eravamo incamminati nel cuore della città addobbata per le vicine festività natalizie e, dopo ave attraversato il Liffey (il fiume che taglia praticamente in due la città), avevamo raggiunto l’iconico quartiere di Temple Bar, dove si trova il celebre (e tremendamente turistico e affollato) pub omonimo, oltre a molti altri locali tra più frequentati del centro città.

Era praticamente impossibile entrare in uno qualsiasi di questi, tanto erano pieni quindi, sapendo che saremmo tornati con più calma la sera dopo, avevamo girato i tacchi per rifugiarci in un piccolo pub lungo la strada di ritorno a sorseggiare la nostra prima Guinness su suolo Irlandese.

La mattina seguente, dopo una bella dormita nei nostri regali letti, ci eravamo subito diretti a visitare uno dei luoghi simbolo di Dublino: il Trinity College e la sua università, dove hanno studiato tra gli altri anche Oscar Wilde e Edmund Burke e dove, soprattutto, si trova l’immensa biblioteca (la Old Library) custode del Book of Kells, tra i più pregevoli esempi di manoscritti miniati a livello mondiale.

Si accede alla biblioteca prendendo online il biglietto in formato digitale appena fuori dal suo ingresso e senza nessuna difficoltà.

Se, quando vi entrerete, penserete per un attimo di averla già vista da qualche parte non sbaglierete, perché è stata usata come location per rappresentare la Biblioteca di Hogwarts nei film di Harry Potter.

Effettivamente il suo lunghissimo corridoio con un sublime soffitto in legno, dove ai lati si aprono due piani di scaffali atti a contenere e conservare storici libri (anche se purtroppo quando siamo andati noi gran parte di questi purtroppo mancavano perché erano in restauro) sembra un’architettura realizzata grazie a un aiuto un po’ magico.

Visto che il sole splendeva nel cielo d’Irlanda avevamo pensato di sfruttare la bella giornata per uscire dal centro città, prendere il treno e muoverci in circa mezz’ora verso Howth, tranquillo villaggio di pescatori dove, a poca distanza da Dublino, è già possibile assaporare un assaggio della bellezza delle scogliere a picco sul mare e dei panorami irlandesi.

La piccola e caratteristica cittadina portuale è diventata negli anni molto famosa, infatti ristoranti e negozi non mancano, ma resta fedele alle sue origini.

Scesi dalla stazione avevamo camminato lungo la costa e iniziato la salita che portava verso la Howth Cliff Walk, la camminata panoramica che si snoda lungo la scogliera e permette di ammirare paesaggi che lasciano davvero senza fiato.

L’avevamo percorsa per circa un paio d’ore, durante le quali Bert continuava a ripetere che gli era stato detto che Howth era piena di leoni marini, che però non stavamo proprio vedendo.

Io e Alessio quindi avevamo iniziato a guardare teneramente Bert come si fa con il pazzo del quartiere che sostiene di vedere cose che esistono solo nella sua mente ma, una volta tornati verso il porto per andare a mettere qualcosa sotto i denti, tra un’imbarcazione e l’altra chi fa sbucare il suo simpatico muso dall’acqua? un leone marino che era emerso come per volerci salutare (e soprattutto ricevere qualcosa da mangiare).

Avreste dovuto vedere l’espressione soddisfatta di Bert. Il “pazzo” era diventato colui che davvero sapeva!

Rientrati a Dublino avevamo fatto in tempo a visitare, prima che chiudesse, la Christ Church, la più antica chiesa della città, fondata nel 1037 da Sitric, re dei vichinghi norvegesi e mi aveva impressionato sia per la sua maestosa architettura esterna, in pieno stile gotico, sia per l’interno perché oltre al gotico fa capolino in alcune parti anche l’architettura romanica e saltano immediatamente all’occhio le articolate (e colorate) decorazioni dei suoi pavimenti e la grande dimensione della cripta.

Avevamo tentato di vedere subito anche la Saint Patrick Church, la chiesa più celebre della città, ma eravamo arrivati giusto giusto nel momento in cui gli addetti all’accoglienza, con un gentilissimo sorriso, ci avevano chiuso la porta in faccia.

Avevamo capito che quello era il segnale per goderci la vita serale di Dublino.

Dopo un paio di birre in un pub vicino alla chiesa ci eravamo mossi verso una delle arterie centrali di Dublino, la O’Connell Street dove la maestosa sede della Posta, un edificio in stile misto neoclassico e di architettura georgiana, mostrava ai passanti colorati e originali giochi di luci che invogliavano a proseguire la passeggiata per le vie del centro.

Ritornati nella sempre caotica zona di Temple Bar ci eravamo fiondati dentro al The Old Storehouse, dove l’attesa per un posto a sedere era stata comunque piacevole grazie all’ottima musica dal vivo che accompagnava gli ospiti del Pub, e il generale clima che riempiva le stanze del locale era di festa, senza diventare però mai fastidioso… inoltre i tipici piatti irlandesi, accompagnati dalla sempre presente Guinnes, erano tutti molto invitanti.

Tutti i locali di Temple bar sono ricolmi di gente, ma se avrete pazienza nel cercare un posto a sedere vi godrete assolutamente delle piacevoli atmosfere. Dove siamo finiti noi ve lo consiglio vivamente.

Saltellato ancora da un pub all’altro alla fine, stanchi ma soddisfatti, eravamo collassati nei nostri letti giusto qualche ora prima di riempire al nostro risveglio i nostri stomaci con un’ottima colazione irlandese, non proprio leggera, in un bar lungo la strada verso Saint. Patrick.

La chiesa è il simbolo della fede protestante in Irlanda e si narra che qua San Patrizio abbia battezzato i pagani nel 450 d.C.

La sua particolarità sta soprattutto nel fatto che al suo interno sono presenti le tombe di oltre 500 personaggi illustri irlandesi, come ad esempio Jonathan Swift, l’autore de “I Viaggi di Gulliver”.

Infine, come ultima meta del nostro viaggio, ovviamente non volevamo farci mancare il Museo della Guinnes.

Però, se devo essere proprio onesto, penso che i circa trenta euro spesi rientrino nella mia lista personale dei “soldi buttati durante i viaggi”.

Cerco di spiegare:

In sé il museo è ben concepito. Diversi piani, ben 7 per la precisione, raccontano la storia della fabbrica e come realizzano il loro iconico prodotto all’interno di una struttura originale dell’epoca, per esattezza l’impianto di fermentazione, resa oggi moderna e super accattivante. Ma di base sono solo video e immagini che si susseguono su più piani con qualche strumento originale dell’epoca ad arricchire il tutto; inoltre pensavo che da qualche parte portassero a vedere dal vivo il processo di produzione. Ma niente. Vi beccate in compenso la prova sensoriale per scoprire i segreti della Guinnes che, se qualcuno di voi conosce bene il film del grande Paolo Villaggio dedicati a Fantozzi e si ricorderà il termine che aveva usato per definire il film la corazzata Poteomkyn non faticherà a capire cosa pensavo nella mia testa mentre annusavo da tubi bianchi gli aromi che compongono la famosa birra.

Il tour si conclude con una Guinnes inclusa da bere al bar all’ultimo piano della struttura che, circondato da vetrate, permette di guardare a 360 gradi lo skyline di Dublino.

Ora, francamente, senza nulla togliere alla città, non stiamo parlando di panorami come quelli di Roma o Parigi, ma di una città sviluppata nei secoli soprattutto sul piano industriale… probabilmente se di Guinness ne offrissero 3 o 4 allora apparirebbe più caruccia dall’alto.

Detto ciò, col senno di poi, ci eravamo resi conto che probabilmente il museo dell’immigrazioni irlandese, o volendo magari per restare in tema anche il museo della Jameson, storica ditta di produzione del whiskey, ci avrebbero entusiasmato di più. Avendo però così poco tempo per visitare Dublino ci sembrava comunque una scelta obbligatoria e sensata.

Se avrete poco tempo da dedicare alla città sinceramente vi consiglio di visitare altro.

Poco ci restava per fare un ultimo giro in centro, pensando che la capitale dell’Irlanda meriterebbe di essere esplorata con più calma e anche di noleggiare un’auto per addentrarsi nel cuore di tutta la verde isola.

Scoprire la sua vera essenza.

Spero quindi che quello a Dublino sia stato solo un semplice “arrivederci”.


Ripresi i racconti di viaggio vi informo quindi che le prossime due puntate le dedicherò a una delle città più famose al mondo: Parigi!

Valeriya e io a cavallo di capodanno l’abbiamo girata per diversi giorni fino a non sentire più i nostri piedi. Ho tanti dettagli e aneddoti di cui parlarvi.

Saranno puntate molto ricche!

Vi aspetto, se vorrete, il 15 marzo con la prima parte del nostro viaggio a Parigi.

Grazie per l’ascolto, a presto!

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